Solo qualche giorno fa, il governatore calabrese Mario Oliverio, giunto al terzo anno del suo mandato, che di più piatto c’è solo l’orizzonte estivo, ci ha fatto sobbalzare dalla poltrona con un colpo di scena: “Se non si mette fine al commissariamento sulla sanità , mi incateno a Roma”. Perchè l’incubo ossessivo di Oliverio, da sempre, è questa gestione commissariale della sanità , esattamente da marzo 2015 quando, con un decreto del Consiglio dei Ministri, Massimo Scura è stato incaricato di dare attuazione ai decreti per il piano di rientro e mettere la pezza su una posizione debitoria del settore sanitario a dir poco paurosa, un disavanzo che, nel 2010, l’allora governatore Scopelliti quantificava in 870 milioni. In questi due anni tuttavia, Mario Oliverio non ha mai scordato quel settore che di fatto rende “monco” il suo mandato, tra i suoi pensieri assillanti c’è il nuovo ospedale di Cosenza, del quale si parla con accanimento per decidere dove costruirlo; da settembre riaperto l’ospedale di Praia a mare (CS) che era stato chiuso su decreto dell’ing. Scura, scelta ribaltata dal Consiglio di Stato. Molto meno slancio per il sud della Calabria. Anzi, ad onor di cronaca due mesi fa a “Cantiere Calabria” Oliverio faceva riferimento ad un ospedale per Gioia Tauro. Notizia positivissima se non fosse che intanto le strutture reggine esistenti dovrebbero certamente essere potenziate con organico e risorse, fatto arcinoto e ribadito fino alla nausea; sul piede di guerra la Locride, con in testa il sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, contrario alla chiusura dell’ospedale e portavoce della protesta, addossa parte delle responsabilità al dg dell’Asp di Reggio Brancati e su Oliverio che, anzichè rimuoverlo, pensa a far la guerra a Scura; insomma non c’è pace per la Locride che dopo aver visto l’ospedale di Siderno protagonista di penose vicissitudini a partire dal 2007 sotto il governatore (Margherita) Agazio Loiero, ora rischia lo scippo del presidio di Locri.
Uno spiraglio si era comunque aperto lo scorso luglio per De Luca, presidente regione Campania, e il nostro Oliverio, i quali speravano che per le loro regioni, entrambe commissariate nel settore sanitario, si potesse finalmente mettere fine a questa fase e assumerne finalmente la responsabilità politica. Vincenzo De Luca viene nominato commissario per il piano di rientro, fumata nera per Oliverio che se ne torna in Calabria con una sconfitta bruciante. Ma la riapertura dell’ospedale di Praia a mare gli ridà fiducia, prima annuncia gesti eclatanti, poi chiama a raccolta i sindaci calabresi perchè lo affianchino nella sua battaglia per togliersi dai piedi Scura. Certo è che mancano pochissimi mesi e si andrà al voto, servirà dunque un miracolo ad Oliverio per ottenere le agognate deleghe alla sanità prima di correre il rischio di avere a che fare con un governo ancor più “nemico” di quello attuale. Intanto però la “sirena” Beatrice Lorenzin, ministro della salute, lo chiama da Roma per un incontro e lui sospende la protesta. Attendiamo.