Ci sono esperienze- all’apparenza inverosimili- che tutti dovremmo fare nella vita, che siano un salto in bungee jumping dal ponte di Bagnara o unincontro del terzo tipo (come può esserlo quello con un postino bresciano nei paesini dell’entroterra aspromontano), ma credo che una giornata in consiglio comunale, a giugno, non la batta niente; per chi vuole temprare la mente e il fisico senza necessariamente attenersi al programma di allenamento del maestro Miyagi in “Karate kid”, quello è il posto giusto. La sala consiliare “Piero Battaglia”, aperta questo giovedì agli interventi del pubblico sulla infinita questione aeroportuale, ha accolto i reggini con temperature tropicali e questo spiega probabilmente la presenza di pochi superstiti dotati di ventaglio e di qualunque supporto in grado di muovere un alito d’aria stagnante mista alle sfumature di ascelle pezzate. Una prova di forza di 4 ore per qualunque deodorante in commercio e per qualunque processo di liquefazione, per chiunque sia sopravvissuto al discorso iniziale di ben 15 minuti di politichese stretto tenuto dall’on. Sebi Romeo alternando colpi di sonno ad espressioni da “che mazza stai dicendo ?” e salutato con lo sventolio, non delle bandierine colorate ma di uno striscione che ha rivolto uno specifico richiamo alla responsabilità politica sulle varie vicende, ma una prova di forza soprattutto per qualunque briciolo di lucidità rimasto a chi ha creduto veramente che la propria voce potesse contare qualcosa e che sì, come più volte ribadito dallo stesso sindaco, il consiglio aperto sulla questione “aeroporto dello Stretto” denota la vicinanza dell’amministrazione ai cittadini, rivelatasi tuttavia impermeabile a qualunque critica e anche a qualunque sudore. Ai presenti è sembrato che sindaco e giunta, se avessero potuto, avrebbero pigiato il tasto “muto” del telecomando e, anzi, difficile non pensare alle tipiche scene degli arresti negli Stati Uniti, quando il poliziotto infila le manette ai polsi ed esordisce con “qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te”. Insomma se partecipi ad un consiglio comunale aperto, che tu sia un professore universitario titolato e con approfonditi studi alla mano o un semplice pirla che vuole avanzare una proposta, devi stare attento a fare le seguenti cose:
– Applaudire agli interventi di chiunque: rischi di essere accusato di “collusione” con chi ha detto una cosa sensata e condivisibile o di far parte del suo entourage;
– Presentarti come “cittadino”: qualcuno potrebbe supporre che tu possa essere manovrato da qualche potere occulto;
– Esprimere la tua ideologia politica di appartenenza: qualcuno potrebbe mettere in discussione la tua etica, ma soprattutto guai ad aver partecipato ad altre manifestazioni di corrente avversa (anche solo se attirati dal buffet) o, peggio ancora, ad avere un cugino-zio-marito-cognato-suocero appartenente ad altro partito o movimento, situazioni documentabili attraverso fb e alle quali chiunque potrebbe accedere per appigliarsi a qualsiasi tentativo di delegittimare il contenuto delle tue frasi. Per lo stesso motivo, a quanto ho capito, matrimoni “misti” come quelli fra l’on. Francesco Boccia (Pd) e Nunzia De Girolamo, unione sugellata quando lei era tra le fila del Popolo della Libertà , non dovrebbero venire ad esistere, dove il caso di infedeltà politica è stato bandito, tuttavia su Wikipedia risulta che il matrimonio sia ancora in piedi, anche se nulla toglie all’ipotesi che tra le mura di casa musi lunghi e piatti volante siano il modo migliore per definire le divergenze, o che uno dei due abbia dormito sul divano per colpa del Tedeschellum.
Insomma, si metta l’anima in pace chi conserva gli alti ideali della democrazia, dell’agorà , dello spirito critico e della voglia di mettersi in discussione sul serio. Attenti al “ban”, non solo su fb.